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L’energia va dove si concentra l’attenzione

Lampade-frontali
Luca Nali

L’energia va dove si concentra l’attenzione

Nella filiale della mia banca, come in molte altre banche e come nella maggior parte degli esercizi commerciali, chi si occupa di verificare il rispetto delle norme relative all’uso della mascherina e del gel disinfettante è un’extra comunitario. Qualche giorno fa ho appreso, direttamente da uno di loro, che nel caso non riuscisse a far rispettare le regole anti-covid ad un cliente, perderebbe il posto. In sostanza, queste mansioni di controllo vengono assegnate alle persone più ricattabili. Viene detto loro che verranno licenziati senza alcuna difficoltà e prontamente sostituiti da altri, disgraziati quanto loro, nel caso non adottino il modus operandi  aziendale.

Poveri disperati, istruiti a dovere, costretti anche ad assumere un atteggiamento duro, sgradevole, in cambio di lavoro. Ma non sono tutti necessariamente allineati al sistema, né sono burberi per natura. Sono, essenzialmente, minacciati. Questa è la ripercussione che, prima o poi, colpirà molti di noi.
Sappiate che anche i datori di lavoro non verranno esentati perché, nonostante sia un’evidente violazione costituzionale e dei diritti umani, verranno informati che qualora non sottoponessero i propri dipendenti alla vaccinazione e, in seguito, risultasse un contagiato ne dovranno rispondere penalmente.
Il “giochino” cui stiamo assistendo si perpetua perché le persone sono minacciate; certo, poi ci sono anche gli ominidi palmati, quelli assolutamente convinti. Quelli che indossano tre mascherine, la visiera, gli occhiali da sole e pure tre paia di guanti.
Ma la maggior parte delle persone sente di essere ricattata e di essere a rischio sopravvivenza.
Immagino già i commenti: “Ah, ma è una vergogna!! Un tragedia! Ma non possibile?? É un vero schifo!” Uno schifo? Ma è sempre stato così.
Io non so voi, ma coloro che comprano le scarpe a 5€, o le magliette a 1€, non hanno mai pensato a cosa c’è dietro? Non hanno mai visto dietro quel paio di scarpe, quella borsa o quella maglietta, il cingalese che l’ha realizzata? Non hanno visto il bambino che, per pochissimi spiccioli, li costruisce? Mi domando, e soprattutto domando loro: “Non li vedete, voi? No? Vi sfugge quel particolare? Quando comprate cose che costano veramente niente, non vi viene in mente che lì ci sono bambini in schiavitù?
C’è uno sfruttamento della mano d’opera inaudito, soprattutto nel sud-est asiatico, in Cina e in India. Ma già lo sapevate; o no? Allora perché non vediamo il bambino che costruisce le nostre scarpe? Perché ci conviene non vederlo.
Di fatto, è questo il modo per portare avanti il programma che, da quando esiste l’economia (soprattutto quella centralizzata), è sempre esistito.
Si creano volutamente sacche di povertà perché i soldi si fanno con i poveri.
Chi possiede un’azienda (intendo una grossa azienda, una multinazionale) quando necessita di mano d’opera e vuole ottenerla a basso costo fa in modo di creare, per qualche anno, situazioni di grande precarietà economica così che le persone siano disposte, pur di guadagnare qualcosa, ad accettare anche un compenso minimo che nemmeno metteranno in discussione perché, qualora lo rifiutassero, sarebbero in molti pronti ad accettarlo.
Lo stesso accade per le guerre che arrivano sempre dopo un periodo (programmato) di grande difficoltà economica così da poter arruolare le persone abbindolandole con lo stipendio sicuro, la “bella divisa che fa tanto figo e il fucilino”.
Questo sistema c’è sempre stato e se quanto stiamo vedendo ci fa così arrabbiare è solo perché, ora, lo vediamo chiaramente.
Partecipiamo a questo mondo per effetto di sollecitazioni ed è la sollecitazione a cui reagiamo a determinare il mondo che vedremo nel futuro; abbiamo stimoli e impulsi e, talvolta, pur combattendo una determinata condizione e immaginando di esserne al di fuori, in realtà, ci siamo dentro fino al collo. Veniamo continuamente sollecitati, non abbiamo davvero pensieri nostri.
A questo punto, qual è l’aspetto più determinante per uscirne?
Comprendere che dobbiamo risvegliare, e rivalutare, la nostra libertà interiore perché siamo esseri liberi. “Ma come si fa se loro te lo impediscono?” Nel momento in cui loro dicono una certa cosa, ho due possibilità: una è dire non ci sto, questo sistema va combattuto; l’altra è quella di scegliere di non starci affatto.
E come si fa a realizzare la seconda opzione? Iniziando a cambiare vita. Innanzitutto, iniziando a cambiare la causa delle nostre sollecitazioni.
Molti si preoccupano di verificare quale colore sia stato assegnato alla loro zona consultando i quotidiani e guardando il telegiornale ignorando che tutto questo è già stato deciso da tempo e che cambiare colore alle zone è fatto solo per infastidirci.
Quindi, controllano i giornali o s’informano con la TV pensando di doversi adeguare. Oppure s’arrabbiano se alla loro zona è stato assegnato il rosso quando altre zone, pur avendo un maggior numero di contagiati o morti, non rientrano in quella fascia.
Ma siamo forse impazziti? Non avete ancora compreso che questa condizione è violabile, anzi violabilissima.
“E se mi fermano?” Se ti fermano? Ma voi siete tra quelli che se vedete picchiare una donna non intervenite perché pensate di rischiare di prenderne anche voi? Ditemelo, senza problemi…
Quando succede un’ingiustizia, chi ha un moto di libertà interiore interviene perché quella è una pulsione.
Se, per effetto della nostra paura, continuiamo a temere quanto ci dicono e, di conseguenza, ci adeguiamo, “siamo dentro” come gli ominidi palmati. Precisi. Siamo dall’altra parte, ma l’energia è la medesima. Il controllo avviene quando le persone sono convinte e se hanno convenienza, oppure quando hanno paura. Ignorateli.
Quando una persona viene nel mio studio e mi racconta quanto gli sta accadendo, per riportarlo ad una considerazione d’insieme faccio spesso un esempio un po’ scurrile. Gli dico: “Benissimo è come se io guardandoti, invece di osservare quanto sei, guardassi solo il tuo buco del culo. E dopo averlo guardato ti dicessi: Ma sei proprio una persona orribile, talmente orrida che non ti si può guardare. Allora tu risponderesti: Ma no! Quello è il mio buco del culo, io ho tante altre parti! Ah! Accidenti, allora hai tante altre parti! Allora non sei proprio così inguardabile.
Quando manchiamo di considerare tutte le nostre parti non andiamo a condizionare il nostro sistema d’interazione, quello emozionale; per attivarlo dobbiamo fare due cose fondamentali: primo, concentrare la nostra attenzione dov’è bello che si concentri; secondo, nel caso in cui fossimo così vincolati dal non riuscire a uscirne, fare in modo di poter costruire, o organizzare, un sistema di vita alternativo. Quello in cui vado a vivere la mia vita.
Siamo assuefatti alla convinzione di essere qui per cercare di sfangarla al meglio possibile, per cercare di avere una vita facile. Ma noi siamo qui per fare un’esperienza.
E le sicurezze?” Le sicurezze?? Volete sicurezze nella vostra vita? Sapete che dal momento in cui abbiamo accettato delle sicurezze, persone che potessero decidere per noi e tutta una serie di altre cose, gradino dopo gradino, ci siamo ritrovati sulla scala che ci ha portati alla schiavitù?
Volete sicurezze? Non ci sono sicurezze. L’unica sicurezza è il vostro collegamento al centro del mondo, al centro energetico del mondo. Questa è l’unica sicurezza che abbiamo e che ha, però, una controindicazione clamorosa: siamo gli unici a poterla ripristinare, a riattivarla.
Sta accadendo di tutto e ne siamo perfettamente consapevoli, ma se ci arrabbiamo per quanto fanno e se facciamo in modo di combattere qualcosa di precostituito stiamo solo cedendo energia.
Volete liberarvi veramente? Sul serio? Smettete di guardare il buco del culo del mondo e iniziate a guardare alle cose belle del mondo e il cambiamento sarà fisiologico. Inizierete a interagire con cose potenzianti, belle e ce ne sono davvero tante.
Chi ha creduto nell’impiego fisso perché gli garantiva la pensione dovrebbe rendersi conto che quella, in questa momento, è una catena. Sapete quante persone ho conosciuto che, pur avendo un impiego fisso, se ne sono allontanate? A volte di loro spontanea volontà, altre perché, a causa delle loro convinzioni, sono stati “gentilmente” invitati ad uscire.
Persone che hanno rifiutato il tampone quotidiano, o settimanale, oppure la vaccinazione. E voi? Voi cosa avreste scelto?
Ci sono persone che mi dicono che finiranno col vaccinarsi “così torneranno a viaggiare”.
A parte il fatto che, come confermato dall’Unione Europea, non possono obbligarci al vaccino con la minaccia di negare la possibilità di viaggiare ai no vax. Questa dichiarazione era, in precedenza, della Commissione Europea e ora è dell’Unione Europea.
Dunque, nel momento in cui penso che vaccinandomi avrò una vita più facile, con meno difficoltà, e che potrò muovermi liberamente non ho davvero capito niente perché il vaccino è solo l’inizio della fine. Per cui, cerchiamo di aprire gli occhioni, alzare le antenne e consolidare dentro noi stessi questa convinzione: siamo qui per fare un’esperienza. Tutte le nostre sicurezze, quelle che continuamente cerchiamo di portare avanti sono fittizie; un giorno non ci saranno più. Siamo in questo spaccato di realtà per esplorarlo e per farlo servono due condizioni: la curiosità e non avere guide particolari. L’esplorazione, la persona, se la fa da sola.
Come quando avete fatto l’amore e avete esplorato e, in seguito, creato il vostro modo, la vostra maniera e non avete avuto la necessità di un tutore che guidandovi vi indicasse, passo dopo passo, cosa fare.
Per vivere questo momento, in maniera creativa, servono queste due condizioni e non cercare di sfangarla e neppure cercare di cambiare un sistema che, di per sé, ci contiene.
Così come cercare di consolidare, o fomentare, tutte quelle iniziative giuridiche o politiche che, nei fatti, sono già parte del sistema.
Sapete quante persone, grazie a questo momento, s’immolano a paladini? Ne ho conosciuti personalmente parecchi e uno, per questa ragione, l’ho già “fatto fuori”. 
Per continuare a vivere ancora nell’illusione, volete fare l’ennesimo tentativo e mettervi nelle mani di questa gente? “Ah, che sollievo. Bravissimo e  come parla. Noi lo seguiamo Ah, votiamo lui
Paragone è un fomentatore di vaccini e Sgarbi, con tutto il suo intelletto, ha detto “Eh vabbè, ma se finalmente c’è il modo per far finire tutto questo, allora vacciniamoci.
Ma vaccinati te, se già non l’hai fatto! Anzi facci sapere se davvero l’hai fatto, ok?
Salvini, anche lui ora è vaccinista.
Quel sistema non può funzionare e non sarà mai la politica, o la magistratura, a salvarci, ma la nostra energia. La battaglia non la vinciamo con gli strumenti che ci fornisce il sistema, ma con quelli che abbiamo sempre avuto, che poi si sono atrofizzati, e che rappresentano la nostra possibilità di essere su altre frequenze, di concentrarci, di dedicarci ad altre cose, di pensare ad altre situazioni e, conseguentemente, di costruire il nostro mondo.
Oooh, sempre questi discorsi!!” Questa è la storia della mia vita e se ve lo dico è perché funziona; funziona precisamente così. Quindi, facciamolo.
Il grande effetto collaterale, va detto, è che va fatto in solitaria, intimamente. I maestri, o i guru, non possono farlo per noi. Puoi seguire un guru, ti metti dietro alla sua gonna e aspetti le sue direttive: “Dove dobbiamo andare? Ah si, si, di là. Andiamo tutti!” Dove? Ancora farci prendere per il culo?
Siamo esseri individuali, ognuno di noi è dotato di un sistema centrale nervoso. E cosa vuol dire? Significa che, per quanto riguarda la gestione della propria condizione di realtà, va usato in maniera autonoma. Se crediamo ancora di sostituire il sistema programmatico, organizzativo e gestionale di noi stessi con qualcuno che, solo perché più in vista, se ne assume la responsabilità non abbiamo ancora capito niente. L’uomo, da quando è uomo, è attratto da chi ha l’ego più forte e come c’è il personaggio del momento che dice le cose urlando più degli altri tendiamo a seguirlo, ma questo è il modo per reiterare la nostra condizione di schiavi.
Prendiamo consapevolezza rispetto a quanto siamo e comprendiamo che il mondo non è uguale per tutti. Il mondo ci offre possibilità interattive sulla base del nostro segnale di partenza ed è grazie alla qualità del segnale che emetto che mi relazionerò con quanto è in linea con il mio pensiero, con le mie emozioni. A quel punto, potrò creare la mia situazione.
Com’è possibile che ci siano persone che, in tutti questi mesi, non sono mai state fermate dalla polizia mentre ad altre è accaduto anche più volte  nell’arco di uno stesso giorno? Qual è la differenza? È una questione di emanazione mentale.
Comportiamoci, viviamoci e sentiamoci persone libere. Viviamo la nostra libertà e apprezziamo che, finalmente, stiamo vedendo la nostra condizione di schiavitù. Ora la vediamo perché siamo leggermente più coinvolti, ma c’era anche prima. Ho fatto, poco fa, l’esempio delle scarpe e dei bambini…
Il mondo che va ricostruito completamente c’era anche prima, adesso noi ci indigniamo e ci arrabbiamo perché siamo parte lesa, ma è questo sistema che va cambiato e per farlo non dobbiamo più spalleggiarlo. Dobbiamo cominciare a viverlo in maniera diversa, da esterni, facendo in modo di non esserne coinvolti e, soprattutto, di non alimentarlo.
Ricordiamoci, inoltre, che un sistema marcio viene alimentato anche quando ci impegniamo a combatterlo perché la cosa più potente, per annichilire un processo, è quella di ignorarla.
Quindi, per favore, oggi non andate a vedere il colore della vostra città, ma sentite e guardate il colore della vostra aura. Muovetevi e vivete nel vostro mondo senza fare la guerra a nessuno.
Alle persone lobotomizzate, a quelle palmate, a quelle motivate o a quelle che, adesso, possono avere un momento di rivalsa e dire, finalmente, qualcosa senza sentirsi delle merde; cosa che, tra l’altro, hanno fatto per tutta la vita.
Quello che ci libera è iniziare a muoversi con il sole dentro, con una gioia intima infinita, pensando che stiamo facendo un’esperienza pazzesca e non contare sulla persona che, una volta messa al potere, sperate possa salvarvi.

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